24 MILIARDI LA DOTE 2021-2027 DEI PON
SONO DIECI I PROGRAMMI OPERATIVI NAZIONALI PER IL 2021-2027
CI SONO ANCHE 600 MILIONI PER LA SANITA’
Articolo di Giuseppe Chiellino
Tratto da Il Sole 24 Ore 14 aprile 2021
Saranno in tutto dieci i programmi operativi nazionali del periodo 2021-2027, con una dote complessiva di circa 24 miliardi di euro assicurata dai fondi strutturali europei (Fesr e Fse) e dal cofinanziamento nazionale.
Risorse per la sanità, per le città di medie dimensioni, per l’ambiente sono tra le principali novità della prima bozza di accordo di partenariato trasmessa a Bruxelles dal ministero per il Sud e dal Dipartimento per le politiche europee.
È la base giuridica per la spesa dei 43 miliardi assegnati all’Italia per le politiche di coesione regionale nei prossimi sette anni, che diventano 78,5 con il cofinanziamento nazionale. Oltre ai Pon, questi fondi finanzieranno i programmi delle regioni (Por).
Non è ancora completato il delicato e complesso lavoro di aggiustamento e limatura degli importi, vincolati a molte variabili, non ultima la distribuzione delle risorse del Recovery Plan che avrà un peso rilevante nel convincere le regioni ad accettare il piano di ripartizione. Il punto di equilibrio però è a portata di mano.
L’obiettivo è chiudere l’accordo con Bruxelles a giugno.
Rispetto al periodo 2014-2020 il numero dei programmi nazionali (Pon) si riduce di due, grazie all’accorpamento di tre programmi sotto l’autorità del ministero dello Sviluppo economico: il Pon innovazione, competitività per la transizione e la digitalizzazione.
Il ministero della Ricerca, che perde il programma Innovazione, avrà il ruolo di «organismo intermedio rafforzato». Dovrebbe essere di gran lunga il programma più ricco, visto che i tre vecchi Pon avevano una dote di quasi 5 miliardi di euro.
Si ferma qui la tanto auspicata riduzione del numero dei programmi nazionali: una timidezza che rischia di irritare Bruxelles.
Ma nel documento all’esame della Commissione Ue ci sono anche altre rilevanti novità.
La prima, a cui tiene molto la ministra per il Sud, Mara Carfagna, è il programma Salute: avrà una dote di circa 600 milioni per finanziare tecnologie digitali e servizi per l’omogeneizzazione delle prestazioni sul territorio e il contrasto alla povertà sanitaria.
La gestione sarà del ministero della Salute con l’affiancamento dell’Agenzia per la Coesione.
Quest’ultima continuerà ad avere la responsabilità del Pon Metro che finanzia progetti nelle 14 città metropolitane, con una novità rilevante: finanzierà progetti di «inclusione e innovazione sociale anche nelle aree fragili delle città medie del Sud».
Dovrebbe avere a disposizione quasi due miliardi, più o meno il doppio del programma attuale, più 400 milioni circa per le città medie, sulla cui definizione è il confronto ancora in corso. È probabile che le risorse per questo nuovo asse non vengano affidate direttamente ai comuni ma siano gestite con bandi di gara da parte dell’Agenzia.
Altra new entry è il programma per l’efficienza energetica e fonti rinnovabili, affidato al ministero per la Transizione ecologica.
A questi si aggiunge il Just transition fund, voluto da Bruxelles e destinato finanziare con circa 1,3 miliardi (cofinanziamento nazionale compreso) la transizione ecologica dell’Ilva e del Sulcis.
Tra le conferme sorprendono quelle del programma Legalità (Ministero dell’Interno) e di quello Cultura (Mibact): in molti avrebbero scommesso sulla soppressione, viste le difficoltà con cui stanno spendendo le risorse del periodo 2014-2020.
Confermato anche il Pon Governance che si chiamerà Capacità per la coesione e servirà a potenziare le amministrazioni regionali e non solo beneficiare dei fondi.