ANTIMAFIA FACILE PER IL BONUS SUD

SBLOCCATI 500 MILIONI PER IL SUD

Una circolare del Ministero dell’Interno del 3 luglio 2018 consente di accedere al bonus senza il preventivo rilascio del certificato antimafia, bypassando la procedura standard.

In sostanza, le imprese potranno accedere alle risorse del bonus senza dover più presentare i certificati antimafia, avendo la possibilità di mettersi in regola successivamente.

Lo sblocco permette di erogare oltre mezzo miliardo di euro di crediti d’imposta per l’acquisto di beni strumentali.

A tanto ammonta la cifra con cui le aziende del Mezzogiorno potranno acquistare beni strumentali, beneficiando subito del bonus fiscale.

Si tratta di soldi che, a fine giugno, risultavano bloccati per via delle lentezze burocratiche, emerse in seno alle prefetture, relativamente al rilascio dell’attestazione.

Difficoltà che hanno tenuto a bocca asciutta 995 imprese, con istanze di agevolazione riguardanti 1.357 unità produttive (stabilimenti).

La rinuncia alla verifica preventiva consentirà, infatti, di ridurre i tempi d’attesa.

Nel caso in cui, successivamente, l’istruttoria della prefettura dovesse concludersi con il risultato «esito interdittivo», si procederà al blocco del credito d’imposta, se autorizzato ma non ancora fruito.

Il riavvio dell’incentivo riguarda 1,5 mld di euro di investimenti in stand-by e 520 milioni di euro di credito di imposta, finanziato con risorse messe a disposizione dalla legge di bilancio 2016.

Si tratta di investimenti prenotati già a fine 2017 e relativi a 14 mila iniziative private.

Il via libera del Viminale alla fruizione del bonus Sud produrrà immediatamente effetti positivi sul tessuto produttivo del Mezzogiorno con l’arrivo di risorse per circa 2,1 miliardi di euro.

Secondo dati diffusi dal Ministero del Sud quasi la metà del credito d’imposta andrà a finanziare attività manifatturiere (46,4%), mentre il resto del bonus sarà così distribuito:

  •  13,9% per commercio, riparazione veicoli;
  •  13,2% per le costruzioni;
  •   5,4% su energia, comparto idrico, rifiuti;
  •   5,4% per servizi alloggio e ristorazione;
  •   3,6% su noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese;
  •   3,1% per sanità e assistenza sociale.