CONTRATTI DI SVILUPPO : 1.192 MILIONI DI EURO PER L’ANNO 2023
392 MILIONI PER LE FILIERE PRODUTTIVE STRATEGICHE
Con decreto dell’11 maggio 2023 del Ministro delle imprese e del made in Italy ripartono i contratti di sviluppo per l’annualità 2023 finanziati con la legge di bilancio.
Gran parte delle risorse sono indirizzate al comparto industriale, agroindustriale e di tutela ambientale.
Le risorse previste dal decreto sono complessivamente 1 miliardo di euro così ripartite:
- 400. 000.000,00 € alle istanze di Contratto di sviluppo che hanno ad oggetto programmi di sviluppo industriali, ivi compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, o programmi di sviluppo per la tutela ambientale che non hanno trovato copertura finanziaria a valere sulle risorse già assegnate allo strumento agevolativo;
- 42.553.238,33 € agli interventi nel capitale di rischio di cui all’articolo 8-bis del
decreto 9 dicembre 2014 e successive modificazioni e integrazioni; - 200.000.000,00 € alle istanze di Contratto di sviluppo che hanno ad oggetto programmi di sviluppo di attività turistiche che non hanno trovato copertura finanziaria a valere sulle risorse già assegnate allo strumento agevolativo;
- 157.446.761,67 € agli Accordi di programma e Accordi di sviluppo per investimenti produttivi o di tutela ambientale.
- 200.000.000,00 € all’attuazione dello sportello agevolativo dedicato alle filiere
strategiche produttive.
Da sottolineare che molte risorse comunque sono destinate a finanziare le domande presentate lo scorso anno che sono state accolte ma non finanziate per carenza di risorse.
Ai 200 milioni per le filiere produttive si aggiungono 191.817.627,41 € destinati dal decreto del ministro del 5 marzo 2021 al settore biomedicale e della telemedicina e non ancora utilizzate.
Complessivamente quindi per le filiere produttive strategiche sono destinate 392 milioni di euro. Per queste risorse si procederà all’apertura di un nuovo bando.
In particolare i contratti di sviluppo per le “Filiere produttive strategiche” si rivolgono alle imprese di qualsiasi dimensione che presentino programmi industriali comprendenti progetti di investimento produttivo ed, eventualmente, progetti di ricerca e sviluppo, con l’esclusione, quindi, dei programmi per la tutela ambientale. Gli investimenti devono essere realizzati nelle aree del territorio nazionale diverse da quelle classificate quali “zone a” nell’ambito della Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale vigente.
I programmi potranno essere attuati:
- da più imprese operanti nella filiera di riferimento;
- da una sola impresa, a condizione che il programma di sviluppo presenti forti elementi di integrazione con la filiera di appartenenza.
I progetti dovranno riguardare le seguenti filiere produttive:
- aerospazio e aeronautica;
- design, moda e arredo;
- metallo ed elettromeccanica;
- chimico e farmaceutico;
- gomma e plastica;
- alimentare, con riferimento alle sole attività non rientranti nell’ambito della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
I programmi devono prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a 20 milioni di euro, avere una durata non superiore a 36 mesi (estendibile di 18 mesi sulla base di motivata richiesta da parte del proponente) ed essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni al Soggetto Gestore – Invitalia.
Si tratta di agevolazioni sotto forma di contributo in conto impianti (per gli investimenti produttivi) e del contributo diretto alla spesa (per i progetti di ricerca e sviluppo), con l’esclusione, quindi, del finanziamento agevolato.
Le agevolazioni dovranno essere concesse entro il termine finale del 31 dicembre 2023.
Le imprese devono presentare domanda in via telematica accedendo alla piattaforma predisposta da Invitalia.
In sostituzione del consueto criterio cronologico con il quale vengono considerate le domande di Contratto di sviluppo, è prevista la formazione di una graduatoria per la determinazione dell’ordine di avvio all’istruttoria, basata su specifici criteri di valutazione dei programmi, in ordine di importanza:
- l’innovatività del programma di sviluppo, con la valorizzazione delle spese in beni strumentali coerenti con il piano Transizione 4.0, rispetto al totale degli investimenti previsti;
- l’impatto occupazionale connesso al programma realizzato, con particolare riguardo all’impiego di personale in possesso di laurea in discipline di ambito tecnico o scientifico;
- il coinvolgimento di piccole e medie imprese nel programma di sviluppo.
Le istanze prive di copertura finanziaria saranno considerate decadute.