ENERGIA – IN ITALIA I PREZZI PIU’ ALTI D’EUROPA

OLTRE 2 MILIONI DI FAMIGLIE IN POVERTA’ ENERGETICA

Con il pacchetto Clean Energy for all Europeans, la Commissione europea ha proposto una serie di misure per affrontare la povertà energetica attraverso l’efficienza energetica, salvaguardare contro la disconnessione e migliorare la definizione e il monitoraggio a livello di Stato membro attraverso i Piani Nazionali Integrati Energia e Clima.

Per supportare gli Stati membri nel contrasto alla povertà energetica, nel gennaio 2018 la Commissione Europea ha lanciato l’Osservatorio sulla povertà energetica (EPOV), con l’obiettivo di migliorare la misurazione, il monitoraggio e la condivisione di buone pratiche.

Definita come un insieme di condizioni in cui “gli individui o famiglie non sono in grado di riscaldare adeguatamente o fornire altri servizi energetici necessari nelle loro case a costi accessibili”, la povertà energetica colpisce quasi 50 milioni di persone nell’Unione Europea, secondo i recenti dati dell’EPOV.

Nel 2016, 44,5 milioni di persone non sono state in grado di riscaldare adeguatamente la casa e 41,5 milioni di persone hanno problemi di morosità sulle loro bollette.

Nel caso della povertà energetica, la complessità del fenomeno richiede una definizione ben strutturata, in grado di considerare tutte le dimensioni rilevanti, e una misura in linea con essa, basata sui dati disponibili.

In assenza di una definizione armonizzata a livello europeo, i diversi Stati membri affrontano in maniera diversa il problema riguardante gli aspetti rilevanti da inserire nella definizione, il tipo di misura scelta e la corrispondente disponibilità di dati per il suo calcolo.

Nel Position Paper che l’ENEA ha elaborato nel 2018 nell’ambito della Presidenza della rete EnR – European Energy Network, la rete volontaria delle Agenzie Energetiche Nazionali dei Paesi dell’Unione Europea, sono state sviluppate alcune raccomandazioni di policy rivolte alla Commissione Europea:

  • Introdurre una misura unica a livello europeo, accompagnata da indicatori specifici per Paese.
  • Promuovere misure di efficienza energetica come soluzioni di contrasto alla povertà energetica, consentendo benefici multipli e cambiamenti strutturali e agendo a livello locale.
  • Sviluppare un approccio integrato per contrastare la povertà energetica e per elaborare risposte politiche a livello.
  • Esaminare la distribuzione dei costi delle misure adottate per raggiungere obiettivi energetici e ambientali di lungo termine e le sue implicazioni sulla povertà energetica.
  • Riconoscere le campagne di formazione e informazione come essenziali per promuovere il cambiamento comportamentale e incrementare la quota di riqualificazione delle abitazioni delle famiglie in povertà energetica.

Per quanto riguarda il nostro Paese, i prezzi dell’energia sono tra i più alti in Europa e tra il 2008 e il 2018 la dina- mica dei prezzi è stata superiore a quella dell’inflazione.

Per le famiglie italiane, i prezzi finali dell’elettricità sono cresciuti del 35% (in linea con la media europea), mentre il prezzo pagato per il gas è cresciuto del 23% (contro il 9% di media europea). L’aumento dei prezzi, data la stazionarietà dei consumi, si è tradotto in un aumento della spesa energetica, in particolare tra le famiglie più vulnerabili: nel periodo 2007-2017, l’incidenza della spesa energetica sulla spesa totale è cresciuta dal 4,7% al 5,1%, con una crescita maggiore per le famiglie nel primo quintile della spesa equivalente, le quali partivano anche da una quota relativamente maggiore.

La misura per la povertà energetica adottata dall’Italia nella Strategia Energetica Nazionale del 2017 considera l’incidenza elevata della spesa energetica, l’ammontare della spesa complessiva rispetto alla soglia di povertà relativa, l’eventuale presenza di un valore nullo per l’acquisto di prodotti per il riscaldamento.

In base a questa misura, alla fine del 2017 vi erano 2,2 milioni di famiglie in povertà energetica, pari all’8,7% del totale, valore che rappresenta il massimo storico degli ultimi 20 anni.

Sono numerose le iniziative e i progetti in atto che analizzano il fenomeno, definendo i tratti delle tipologie, dei comportamenti, del grado di consapevolezza sui temi dell’energia e dei profili di consumo degli utenti, proponendo anche misure che vadano oltre il dato pret- tamente economico, ma definiscano la soglia di povertà energetica ad esempio in base al fabbisogno energetico, determinato dalle caratteristiche dell’abitazione e della zona climatica.

Soltanto sulla base di un’accurata caratterizzazione del fenomeno è possibile sviluppare efficaci strategie di mi- tigazione e contrasto. Una politica di contrasto efficace nel lungo termine è rappresentata dalla riqualificazione del parco edilizio: gran parte delle famiglie a basso reddito risiede infatti in abitazioni di scarsa qualità, spesso non di proprietà, per cui non ha la possibilità di intervenire direttamente sull’efficienza di involucro o impianti.

Ciò si aggiunge ad un problema di disponibilità economica e di accesso al credito, che costituisce una forte barriera nel contrasto alla povertà energetica. Anche per questo motivo, fare riferimento alla spesa necessaria, piuttosto che a quella effettivamente sostenuta, consentirebbe di evitare di classificare erroneamente come in difficoltà le famiglie che spendono molto rispetto alle proprie disponibilità senza averne effettivamente necessità, permettendo al tempo stesso di individuare quali, tra le famiglie con spese energetiche molto basse, non raggiungano livelli di comfort accettabili.