G7 AMBIENTE DI BOLOGNA – IL COMUNICATO FINALE

AL CENTRO SVILUPPO SOSTENIBILE E CAMBIAMENTI CLIMATICI

 Nella riunione del G7 Ambiente che si è tenuta a  Bologna dal 11-12 giugno 2017 i ministri dell’Ambiente del G7 hanno sottoscritto in un Comunicato finale il percorso da avviare per raggiungere gli obiettivi fissati.

I punti più importanti hanno riguardato:

Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile  – obiettivi:

  • integrazione della dimensione economica, sociale e ambientale dello sviluppo sostenibile allo scopo di non lasciare nessuno indietro, a beneficio delle popolazioni, del pianeta, della prosperità, della pace e della partnership.
  • attuazione alla dimensione ambientale dell’Agenda 2030 e riesame periodicamente dei progressi compiuti nell’ambito del G7.
  • rafforzamento della dimensione ambientale nell’attuazione degli SDGs con politiche e azioni efficaci e integrate, tra l’altro promuovendo i collegamenti con le dimensioni economica e sociale, sfruttando le opportunità di sviluppo economico offerte da politiche ambientali e climatiche ben congegnate e rafforzando il rapporto tra scienza e politica.
  • promuovere l’affermazione di un nuovo paradigma di sviluppo e le azioni necessarie al suo raggiungimento.

Cambiamenti climatici

I Ministri dell’Ambiente:

  • Riaffermano il forte impegno per l’attuazione rapida ed efficace dell’Accordo di Parigi, che rimane lo strumento globale per affrontare efficacemente e urgentemente i cambiamenti climatici ed adattarci ai suoi effetti.
  • Concordano sul fatto che l’Accordo di Parigi è irreversibile e la sua piena integrità è fondamentale per la sicurezza e la prosperità del nostro pianeta, delle società e delle economie. Le azioni continueranno ad essere ispirate e guidate dal crescente slancio globale per affrontare il cambiamento climatico e accelerare la transizione irreversibile verso un’economia a basso consumo di carbonio, resiliente al cambiamento climatico e che utilizzi le risorse in modo efficiente.
  • Richiamano l’obiettivo a lungo termine dell’Accordo di Parigi, di limitare l’innalzamento della temperatura globale ben al di sotto dei 2° C, perseguendo gli sforzi per contenerlo entro 1,5° C, migliorando la capacità di adattamento agli impatti negativi del cambiamento climatico e rendendo i flussi finanziari coerenti con un percorso che vada verso basse emissioni di gas a effetto serra ed uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici. Tale obiettivo richiede un’azione potenziata prima del 2020 e cambiamenti accelerati negli anni successivi.
  • Riaffermano l’impegno di Copenaghen dei Paesi sviluppati di mobilitare congiuntamente 100 miliardi di dollari di fondi pubblici e privati, ogni anno a partire dal 2020, per sostenere l’azione sul clima nei Paesi in via di sviluppo. Incoraggiano tutti i potenziali finanziatori ad unirsi a tali sforzi per raggiungere e superare questo obiettivo.
  • Incoraggiano fortemente tutti i Paesi che non lo hanno ancora fatto a ratificare l’Accordo di Parigi e ad impegnarsi ad adottare il suo rulebook entro il 2018 e di collaborare con tutte le Parti per conseguire tale obiettivo. Prendiamo atto della possibilità che gli effetti dei cambiamenti climatici vanifichino lo sradicamento della povertà e lo sviluppo sostenibile e riconosciamo l’importanza di includere azioni che considerino le sfide e le preoccupazioni delle donne e delle popolazioni indigene.
  • Apprezzano gli sforzi compiuti da quei Paesi che hanno già presentato strategie di sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra al 2050, e incoraggiamo le Parti restanti a completare le loro strategie ben prima della scadenza del 2020.
  • Riconoscono l’importante ruolo del prezzo del carbonio nell’affrontare i cambiamenti climatici, inclusi gli approcci basati sul mercato.

Politiche Ambientali e Occupazione

I Ministri dell’Ambiente:

  • Prendono nota del documento dell’OCSE sulle “Implicazioni occupazionali della crescita verde: collegare occupazione, crescita e politiche verdi”. Riconoscono che politiche ambientali ben concepite e realizzate possono creare crescita economica e occupazione.
  • Sottolineano che, in un periodo di transizione verso lo sviluppo sostenibile, le politiche ambientali possono stimolare la crescita economica e avere un impatto positivo sulla creazione di posti di lavoro, e riaffermano, sulla base delle loro esperienze, che questi obiettivi si sostengono reciprocamente e sono al centro del loro ruolo di Ministri.
  • Particolare attenzione va rivolta alle aree e ai settori che possono trarre svantaggio da tali politiche. Riconoscono l’importanza degli investimenti a favore della formazione professionale per favorire la creazione di posti di lavoro in settori sostenibili.
  • Riconoscono che sono necessari nuovi studi per quantificare tutti gli impatti occupazionali, tra cui la dimensione di genere, delle politiche ambientali inclusi l’uso efficiente delle risorse e l’economia circolare. Invitano l’OCSE e incoraggiano il mondo universitario e gli istituti di ricerca ad approfondire ulteriormente il lavoro in questo ambito.