IMPRESE: TRANSIZIONE 5.0 – NELLA LEGGE DI BILANCIO LE MODIFICHE AL SISTEMA DEGLI INCENTIVI
POSSIBILITA’ DI CUMULO E MAGGIORAZIONI PER IL FOTOVOLTAICO E NOVITA’ PER LE ESCO
Di Riccardo Petricca *
Il Governo ha presentato alla Commissione Bilancio della Camera l’atteso emendamento alla legge di bilancio che rivoluziona il piano Transizione 5.0. Le modifiche, che hanno già ottenuto il via libera dalla Commissione Europea, rappresentano un significativo passo avanti nella semplificazione e nell’ampliamento degli incentivi per le imprese italiane. Analizziamo nel dettaglio tutte le novità introdotte dal provvedimento.
La svolta della cumulabilità totale
La novità più dirompente riguarda la possibilità di cumulare gli incentivi. Le imprese potranno ora combinare il credito d’imposta Transizione 5.0 con qualsiasi altra misura di incentivazione, incluse quelle finanziate dai fondi europei. Si tratta di un’eccezione significativa nell’ambito del PNRR, che la Commissione Europea ha concesso considerando il carattere generale e automatico del piano.
La cumulabilità sarà soggetta al solo vincolo del divieto del doppio finanziamento: le imprese non potranno coprire gli stessi costi con due diversi incentivi, ma potranno utilizzare più incentivi per coprire diverse quote dello stesso investimento. Questo apre scenari interessanti soprattutto per le imprese che operano nelle regioni dove sono attivi fondi europei per lo sviluppo regionale.
Rivoluzione nelle aliquote e negli scaglioni
L’emendamento introduce una significativa semplificazione nella struttura degli scaglioni, unificando i primi due in un unico scaglione fino a 10 milioni di euro. Questo nuovo scaglione manterrà le aliquote più elevate precedentemente applicate solo fino a 2,5 milioni. La decisione di non aumentare ulteriormente le aliquote è stata motivata dalla già significativa attrattività della misura, ulteriormente potenziata dalla cumulabilità totale.
Nel dettaglio, il credito d’imposta sarà riconosciuto nella misura del 35% per investimenti fino a 10 milioni di euro e del 5% per la quota eccedente, fino al limite massimo di 50 milioni per anno per impresa beneficiaria.
Il nuovo schema per il fotovoltaico
Particolare attenzione è stata dedicata al settore fotovoltaico, con un ripensamento completo dello schema delle maggiorazioni. Il nuovo sistema prevede incentivi per tutte le tipologie di pannelli, con percentuali significativamente riviste al rialzo:
- 30% per i pannelli di tipo a)
- 40% per i pannelli di tipo b)
- 50% per i pannelli di tipo c)
Questa revisione risponde alla necessità di contrastare la concorrenza dei pannelli di importazione, in particolare quelli cinesi, che hanno prezzi fino a 2,5 volte inferiori. La maggiorazione anche per i pannelli di tipo a), finora esclusi, rappresenta un importante supporto alla competitività dell’industria nazionale.
Le semplificazioni per macchinari obsoleti e ESCo
Sul fronte delle semplificazioni, l’emendamento interviene su due fronti principali. Per i macchinari obsoleti che hanno superato di almeno 24 mesi il completamento del piano di ammortamento, viene introdotto un meccanismo semplificato per il calcolo del risparmio energetico. Questi macchinari, che tipicamente hanno un’età di almeno 9 anni, vengono automaticamente considerati nella prima fascia di efficientamento.
Novità significative anche per le ESCo (Società di Servizi Energetici), che vengono pienamente riconosciute come possibili beneficiarie dirette dell’incentivo. L’emendamento introduce una presunzione di efficientamento per i beni 4.0 acquisiti tramite contratti EPC (Energy Performance Contract), semplificando notevolmente le procedure di verifica.
Aspetti operativi e tempistiche
Le nuove disposizioni avranno efficacia retroattiva, applicandosi anche alle pratiche avviate dal 1° gennaio 2024. Un aspetto importante riguarda la verifica del risparmio energetico per le società di locazione operativa: potrà essere effettuata rispetto ai consumi sia del noleggiante che del locatario, offrendo maggiore flessibilità nella gestione degli investimenti.
Sebbene non sia stata ancora inclusa la proroga della scadenza dal 31 dicembre 2025 al 30 aprile 2026, il Governo ha confermato che questa estensione sarà definita in un prossimo provvedimento. Come spiegato da Marco Calabrò, capo della segreteria tecnica del ministro Urso, il Governo si farà carico di comprimere i tempi di rendicontazione per garantire il rispetto della deadline del 30 giugno 2026 fissata dalla Commissione Europea.
Questioni aperte e sviluppi futuri
Resta ancora da definire la questione delle imprese energivore. Il Governo sta portando avanti le discussioni con la Commissione Europea per non escludere queste imprese dall’incentivo, considerando che proprio la loro natura di grandi consumatori di energia potrebbe generare riduzioni significative dei consumi a beneficio dell’intero sistema.
Per la prossima settimana è prevista la pubblicazione di nuove FAQ, che andranno ad aggiungersi ai chiarimenti già rilasciati il 2 novembre scorso. Questi nuovi documenti dovrebbero fornire ulteriori dettagli operativi per facilitare l’accesso delle imprese alle misure.
Impatto sul sistema industriale
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato come queste modifiche rappresentino “un risultato importante e significativo nella direzione auspicata dalle imprese”. L’obiettivo è duplice: da un lato, semplificare l’accesso agli incentivi per accelerare la transizione tecnologica e energetica del tessuto industriale italiano; dall’altro, massimizzare l’impatto delle risorse disponibili attraverso la possibilità di cumulo con altri incentivi.
La riforma del piano Transizione 5.0 si inserisce in un più ampio disegno di modernizzazione del sistema produttivo nazionale, con particolare attenzione all’efficientamento energetico e alla digitalizzazione. Le modifiche introdotte dall’emendamento dovrebbero facilitare il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica fissati dal PNRR, garantendo al contempo la competitività delle imprese italiane nel contesto internazionale.
Le associazioni di categoria hanno accolto positivamente le modifiche, in particolare la possibilità di cumulo degli incentivi e le semplificazioni procedurali, che dovrebbero consentire una più rapida e efficace implementazione degli investimenti previsti dal piano.
* Docente di Intelligenza Artificiale ed Etica Pontificia Università Urbaniana di Roma
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