PNRR: IN ATTESA DELLA TERZA RATA DI 19 MILIARDI

LE PROPOSTE DI REVISIONE DEL GOVERNO

In questi giorni il Parlamento ha pubblicato un Dossier sul Monitoraggio dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza curato dal Servizio Studi della Camera dei deputati. Si tratta in particolare della Terza Relazione sullo Stato di Attuazione del PNRR,  con un Focus sui profili di riprogrammazione del Piano, che il Governo ha trasmesso al Parlamento in data 8 giugno 2023.

Il documento di 90 pagine  descrive :

  • lo stato di avanzamento finanziario del PNRR,
  • gli elementi di debolezza emersi nell’attuazione del Piano,
  • gli investimenti e le riforme interessati da uno o più elementi di debolezza e criticità,
  • la riprogrammazione del PNRR con le proposte di revisione del piano attuale,
  • lo stato di attuazione degli investimenti e delle riforme interessati da elementi di debolezza.

Noi pubblichiamo il capitolo dedicato allo stato di avanzamento finanziario.

Considerando il prefinanziamento di 24,9 miliardi (agosto 2021) e le prime due rate di 21 miliardi ciascuna (erogate rispettivamente il 13 aprile e il 9 novembre 2022), finora la Commissione europea ha erogato all’Italia 66,9 miliardi di euro (28,95 miliardi di sovvenzioni e 37,94 miliardi di prestiti) nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

A fine dicembre 2022 il Governo italiano ha inviato alla Commissione la richiesta di pagamento della terza rata del PNRR, considerando raggiunti tutti gli obiettivi e traguardi previsti per il secondo semestre 2022. La decisione della Commissione sull’erogazione della rata di finanziamento connessa a tale semestre, pari a 19 miliardi di euro, sarà assunta al termine dell’iter di valutazione previsto dalle procedure europee, attualmente ancora in corso.

Il profilo programmatico dell’utilizzo delle risorse del PNRR è stato rivisto dal Governo nei documenti di programmazione che si sono succeduti. Come evidenziato anche dalla Corte dei Conti nella Relazione sullo stato di attuazione del PNRR marzo 2023), rispetto alla programmazione iniziale è stata prevista una traslazione in avanti delle spese originariamente assegnate al triennio 2020-2022, per oltre 20 miliardi complessivi.

La Relazione dei giudici contabili afferma che il recupero nel trend di spesa avrà luogo a partire dal 2023, esercizio nel quale è prevista un’accelerazione – rispetto al quadro iniziale – di oltre 5 miliardi; al termine dell’anno in corso, nonostante il recupero, il livello della spesa cumulata dovrebbe rimanere inferiore di quasi 15 miliardi rispetto al quadro finanziario iniziale. Nel successivo biennio 2024-2025 è poi stimato il picco di spesa, con valori annuali che supereranno i 45 miliardi.

Nel Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica la Corte dei Conti, sulla base dei dati relativi all’avanzamento del piano, ha analizzato l’ulteriore rivisitazione della pianificazione finanziaria con l’intensificazione della spesa nel biennio 2021 e 2022, rispettivamente per 1,6 e 2,7 miliardi, dovuta sostanzialmente al maggiore tiraggio dell’Ecobonus e Sismabonus e dei crediti d’imposta del piano Transizione 4.0.

Nel 2023 e nel 2024 il Rapporto prevede un rallentamento della spesa dovuto alla riduzione dell’impatto dei crediti d’imposta Transizione 4.0, il cui effetto è stato anticipato nei precedenti esercizi. Resta confermato che il picco di avanzamento finanziario annuale dovrà essere conseguito nel 2024 e 2025, con valori pari, rispettivamente, a poco meno di 44 miliardi e 48,8 miliardi.

Nella Terza Relazione sullo stato di attuazione del PNRR il Governo afferma che al 31 dicembre 2022 le spese sostenute sono state pari a circa 24,48 miliardi di euro, mentre al 28 febbraio 2023 si attestano a circa 25,74 miliardi di euro. Il dato della spesa tiene conto della nuova modalità di contabilizzazione nei conti pubblici delle spese relativa alla misura Ecobonus, in conformità a quanto stabilito dall’Eurostat.

Dall’ultima rilevazione disponibile sulla banca dati ReGIS la spesa sostenuta ammonta a 26,26 miliardi di euro (13,7 per cento rispetto alle risorse complessive di 191,5 miliardi).

Le misure per le quali è stata dichiarata una maggiore spesa in termini assoluti sono il Rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus (8,7 miliardi, 62,5% dello stanziamento) e il Credito d’imposta per i beni strumentali 4.0 (5,4 miliardi, 61,3% dello stanziamento).

Le Amministrazioni centrali titolari degli importi più consistenti sono il Ministero dell’infrastrutture e dei trasporti (39,7 miliardi) e il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (34,7 miliardi).

Nella Relazione il Governo afferma che la maggior parte delle Amministrazioni titolari ha raggiunto un livello di spesa inferiore alle previsioni. Ciò denota un ritardo nella fase di definizione e avvio delle misure che potrebbe incidere sulla effettiva realizzazione dell’intero Piano con particolare riferimento al pieno raggiungimento degli obiettivi finali.

 

Fonte : Camera dei deputati