PNRR: LE PROPOSTE DI MODIFICA
9 MISURE PER UN AMMONTARE TOTALE DI 15,9 MILIARDI DI EURO
I mutamenti del contesto di riferimento e le criticità emerse nella fase di attuazione del PNRR hanno reso indispensabile effettuare una ricognizione puntuale dei progetti inclusi nel Piano al fine di individuare le modifiche e le integrazioni necessarie per conseguire i traguardi e gli obiettivi previsti fino al 30 giugno 2026.
Il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio che ha istituito il Dispositivo di ripresa e resilienza (regolamento RRF) sin dall’origine ha previsto e disciplinato la possibilità di revisione dei Piani. Tale possibilità sorge ogniqualvolta, a causa di circostanze oggettive, il Piano con i relativi milestone e target non è più realizzabile, in tutto o in parte.
Revisione del Piano
Il Governo sin dal suo insediamento ha avviato una importante fase di ricognizione dello stato di attuazione del PNRR, con riferimento a tutte le misure, dalla quale sono emerse talune criticità che in alcuni casi mettono a rischio il raggiungimento dei risultati nelle modalità e nei termini previsti dal Piano. Tale fase ha previsto diversi incontri sia con le singole Amministrazioni responsabili sia con i servizi della Commissione.
In tutti gli incontri tenuti sono stati analizzati puntualmente lo stato di attuazione delle singole misure in capo alle Amministrazioni, le criticità attuative, i ritardi.
In questi mesi il confronto con la Commissione europea, sempre orientata alla massima collaborazione istituzionale, ha consentito di individuare le soluzioni tecnico procedurali più adeguate a raggiungere tutti gli obiettivi e per rafforzare l’ambizione delle misure di riforma e di investimento del Piano.
Le proposte di modifica del PNRR non eliminano nessuna riforma, a conferma che non viene intaccata l’ambizione del Piano. In alcuni casi, infatti, è stato rafforzato l’impianto riformatore introducendo misure specifiche anche di investimenti che ne sostengono e ne potenziano l’attuazione. In altri casi, sempre con riferimento alle riforme, sono state adeguate e aggiornate le tempistiche di attuazione e verifica per meglio rispondere al mutato contesto socioeconomico.
Nel complesso, le Amministrazioni hanno presentato proposte di modifica che riguardano 144 investimenti e riforme. Le richieste di modifica possono essere distinte in tre categorie.
La prima categoria riguarda modifiche formali relative alla descrizione delle misure e soprattutto ai meccanismi di verifica. Queste tipologie di modifiche non di carattere sostanziale sono molto importanti in quanto consentono una più agevole rendicontazione dei singoli obiettivi. In questi mesi, con la terza e quarta richiesta di pagamento abbiamo verificato con mano la difficoltà di rendicontare gli obiettivi e la necessità di puntualizzare tutti i singoli aspetti. Questo metodo è stato già adottato proficuamente in sede di modifica della quarta richiesta di pagamento.
La seconda tipologia riguarda modifiche e riprogrammazioni delle misure che, a fronte di una impossibilità o forti criticità a raggiungere alcuni obiettivi e soprattutto target fisici, le Amministrazioni hanno proposto di riprogrammare a favore di interventi coerenti di natura settoriale. In questa categoria rientrano gli interventi relativi all’Alta velocità, per i quali in sede attuativa sono emerse criticità archeologiche, geologiche e di natura autorizzativa che non consentono il rispetto dei tempi previsti. Analogamente per le misure della transizione digitale, a fronte di alcune criticità, le Amministrazioni propongono il rafforzamento degli interventi attraverso l’impiego delle economie maturate in sede di gara. Anche in questo caso, tenuto conto dell’ambizione del Piano che individua la transizione digitale quale priorità, le proposte costituiscono un rafforzamento delle misure esistenti.
L’ultima categoria di modifica riguarda, invece, le misure che si propone di definanziare dal PNRR e di salvaguardare attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il Piano nazionale complementare al PNRR e i fondi delle politiche di coesione. Si tratta di 9 misure per un ammontare totale di 15,9 miliardi di euro.
Si tratta per lo più di progetti in essere che sono confluiti nel PNRR e che in sede di attuazione e rendicontazione hanno scontato rilevanti criticità. Per tali progetti, in particolare, la maggiore problematica è rappresentata dal rispetto delle importanti condizionalità imposte dal Piano, che includono quelle specifiche per ciascuna misura nonché quelle relative agli elementi informativi necessari per la rendicontazione e quelle riconducibili al principio del ‘Non Arrecare Danno Significativo’ (Do-No-Significant-Harm, DNSH). Quest’ultimo, in particolare, richiede di impostare i progetti di investimento secondo requisiti stringenti di rispetto dell’ambiente e di sostenibilità.
La maggior parte di questi interventi è stata avviata precedentemente al Piano e all’emanazione delle sue disposizioni attuative: ciò costituisce una criticità significativa che genera il rischio di non ammissibilità.
Un ulteriore profilo problematico riguarda la parcellizzazione degli interventi che, pur essendo incardinati nella titolarità di poche Amministrazioni centrali, ricadono nella competenza di moltissimi soggetti attuatori, diversi per dimensione, capacità amministrativa e solidità finanziaria. Tale circostanza ha comportato per i soggetti attuatori una concentrazione degli adempimenti e delle scadenze nel medesimo periodo temporale, determinando un carico amministrativo di difficile gestione, nonostante i numerosi strumenti di supporto messi a disposizione delle Amministrazioni titolari e attuatrici.
Per taluni interventi si è riscontrato, infine, un ritardo nella fase di avvio quanto a tempi di selezione dei progetti e delle autorizzazioni, dovuto tra l’altro all’incremento dei costi dei lavori trainato dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia verificatosi nel corso del 2022.
Sulla scorta della ricognizione effettuata, il Governo ha adottato un approccio preventivo di analisi e soluzione delle circostanze rilevanti e delle criticità per l’attuazione del Piano, al fine di individuare per tempo i problemi e garantire il raggiungimento del risultato con gli strumenti appropriati la seguente tabella illustra le misure per le quali si propone il definanziamento dal PNRR:
Id Misura | Descrizione misura |
Amministrazione centrale di riferimento |
Proposta rimodulazione |
M2C4I2.2 | Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni |
Ministero dell’Interno |
6.000.000.000,00 |
M5C2I2.1 | Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale |
Ministero dell’Interno |
3.300.000.000,00 |
M5C2I2.2.C | Piani urbani integrati – progetti generali |
Ministero dell’Interno |
2.493.800.000,00 |
M2C4I2.1.A | Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico |
Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica |
1.287.100.000,00 |
M2C2I3.2 | Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate |
Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica |
1.000.000.000,00 |
M5C3I1.1.1 | Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità | PCM – Dipartimento Politiche di Coesione | 724.999.998,00 |
M2C2I1.3 | Promozione impianti innovativi (incluso offshore) |
Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica |
675.000.000,00 |
M5C3I1.2 | Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie | PCM – Dipartimento Politiche di Coesione | 300.000.000,00 |
M2C4I3.1 | Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano |
Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica |
110.000.000,00 |
Totale | 15.890.899.998,00 |