UE : SVILUPPARE IDROGENO RINNOVABILE
La priorità dell’Unione europea per la lotta ai cambiamenti climatici è sviluppare l’idrogeno rinnovabile, usando principalmente energia eolica e solare.
Si tratta dell’opzione più compatibile con gli obiettivi della neutralità climatica e dell’inquinamento zero nel lungo periodo, oltre ad essere la più coerente con un sistema energetico integrato.
Se guardiamo ai costi, oggi né l’idrogeno rinnovabile né quello a basse emissioni di carbonio, in particolare l’idrogeno di origine fossile con cattura del carbonio, sono competitivi rispetto all’idrogeno di origine fossile.
Si stima che i costi attuali di quest’ultimo, fortemente dipendenti dai prezzi del gas naturale, si attestino nell’UE a circa 1,5 EUR/kg, senza tener conto dei costi del CO2.
Per l’idrogeno di origine fossile con cattura e stoccaggio del carbonio i costi stimati sono di circa 2 EUR/kg, mentre l’idrogeno rinnovabile arriva a 2,5-5,5 EUR/kg.
La scelta dell’idrogeno rinnovabile creerà nuovi posti di lavoro e favorirà la crescita economica nell’UE, sostenendo al contempo un sistema energetico integrato efficiente sotto il profilo dei costi. Di qui al 2050, man mano che la tecnologia matura e i costi di produzione diminuiscono, l’idrogeno rinnovabile dovrebbe trovare applicazione su scala sempre più ampia, parallelamente all’introduzione di nuovi metodi per ottenere energia elettrica da fonti rinnovabili. Questo processo deve iniziare ora.
Nella prima fase, dal 2020 al 2024, l’obiettivo strategico è produrre fino a 1 milione di tonnellate di idrogeno rinnovabile.
Si mira così a decarbonizzare la produzione esistente (ad esempio nel settore chimico) e promuovere il ricorso all’idrogeno in nuove applicazioni d’uso finale, tra cui altri processi industriali e se possibile i trasporti pesanti.
Nella seconda fase, tra il 2025 e il 2030, l’idrogeno dovrà diventare una parte imprescindibile del nostro sistema energetico integrato. L’obiettivo strategico è produrre fino a 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile nell’UE.
Si investirà nello sviluppo di poli locali dell’idrogeno che faranno affidamento sull’idrogeno prodotto localmente a partire da energia rinnovabile generata in modo decentralizzato e sulla domanda locale, con trasporto su brevi distanze.
In questi casi un’infrastruttura apposita permette di usare l’idrogeno non solo in applicazioni industriali e di trasporto e per bilanciare l’energia elettrica, ma anche per fornire calore a edifici residenziali e commerciali.
E inoltre l’Unione europea pensa di realizzare un’infrastruttura logistica e di adottare misure per trasportare l’idrogeno dalle zone con un grande potenziale in termini di rinnovabili a centri di domanda che potrebbero essere ubicati in altri Stati membri.
Bisognerà pianificare la struttura portante di una rete paneuropea e creare una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno. La rete esistente potrebbe essere parzialmente riadibita al trasporto di idrogeno rinnovabile su distanze maggiori; diventerebbe allora necessario predisporre impianti di stoccaggio dell’idrogeno su più vasta scala. Può svilupparsi anche il commercio internazionale, in particolare con i paesi del vicinato orientale dell’UE e con quelli affacciati sul Mediterraneo meridionale e orientale.