UNA EUROPA SOSTENIBILE ENTRO IL 2030
LE NUOVE SFIDE DELL’EUROPA
Lo scorso 30 gennaio la Commissione europea ha pubblicato il Documento di riflessione: Verso un’Europa sostenibile entro il 2030, in cui sono esaminate le nuove sfide per l’Europa, sono presentati alcuni scenari e discusse le modalità per meglio conseguire gli OSS nei prossimi anni.
La direzione è quella di un futuro sostenibile che guardi primariamente all’interesse dei cittadini, il fine è quello di favorire un’economia e una società sostenibili e prospere allo stesso tempo, guardando alla parità, alla tutela dell’ambiente e all’inclusione sociale, consapevoli del compito preminente di salvaguardare il pianeta nel rispetto delle sue risorse limitate.
Occorre pertanto integrare pienamente l’economia circolare nelle politiche europee e sfruttare appieno i vantaggi delle nuove tecnologie, quali l’intelligenza artificiale.
Nel corso degli anni la UE ha costruito standard sociali e ambientali elevati e ha sostenuto con convinzione l’accordo di Parigi sul clima e la transizione verso un’economia circolare.
Le sfide alle quali si trova a doversi confrontare restano comunque complesse e non rinviabili quali ad esempio il debito ecologico e i cambiamenti climatici, i cambiamenti demografici, le migrazioni, la disuguaglianza, la convergenza economica e sociale e le finanze pubbliche in difficoltà.
Il documento di riflessione illustra le basi strategiche per la transizione da un’economia lineare a un’economia circolare e le modalità per garantire che la transizione sia equa per la popolazione coinvolta.
Più in particolare sono stati individuate alcune grandi sfide da affrontare.
Economia circolare
La cultura del consumo contribuisce all’esaurimento del nostro capitale naturale e mette a dura prova il clima. Attualmente, l’umanità utilizza risorse equivalenti a 1.7 volte quelle della capacità della Terra. La Commissione ha orientato l’economia dell’UE nella direzione di un percorso più circolare che ha il potere di:
- generare un beneficio economico netto di 1,8 trilioni di euro in Europa entro il 2030;
- generare 1 milione di nuovi posti di lavoro nell’UE entro il 2030;
- ridurre le emissioni di gas serra.
Sostenibilità della catena alimentare
L’agricoltura dell’UE ha compiuto reali progressi sul fronte climatico e ambientale, riducendo le emissioni di gas serra del 20% e i livelli di nitrati nei fiumi del 17,7% dal 1990, ma resta ancora molto da fare in tutta la catena alimentare.
Un sistema alimentare e agricolo globale maggiormente sostenibile potrebbe:
- creare un valore economico aggiuntivo di oltre 1,8 trilioni di euro entro il 2030;
- creare 200 milioni di posti di lavoro entro il 2050;
- continuare a fornire cibo nutriente per una popolazione mondiale in crescita;
- generare redditi più alti;
- aiutare a ripristinare le risorse naturali;
- ridurre le emissioni di gas serra ed essere molto più resiliente ai rischi climatici.
Energia, edifici e mobilità
L’UE è tra i leader mondiali, ma occorre fare di più per promuovere l’energia rinnovabile, gli edifici efficienti dal punto di vista energetico e il trasporto a basso impatto climatico.
Gli edifici, ad esempio, sono responsabili di circa il 40% del consumo di energia e il trasporto rappresenta il 27% delle emissioni di gas serra in Europa.
L’energia pulita può rappresentare un’opportunità per l’occupazione e la crescita:
- 90.000 posti di lavoro nel settore delle tecnologie delle energie rinnovabili potrebbero essere creati entro il 2030 mobilitando investimenti pubblici e privati;
- l’UE può risparmiare 300 miliardi di euro all’anno riducendo la sua dipendenza dai combustibili fossili.
Transizione sociale
I cambiamenti tecnologici, strutturali e demografici in un mondo sempre più interconnesso stanno trasformando la natura del lavoro. In linea con il modello di welfare sociale dell’UE, la transizione verso un’economia sostenibile non dovrebbe escludere nessuno.
Gli investimenti in ambito sociale dovrebbero rimanere una priorità assoluta nei seguenti settori:
- istruzione, formazione e apprendimento permanente;
- condizioni di lavoro;
- assistenza sanitaria e assistenza a lungo termine;
- inclusione sociale e diritti delle minoranze;
- parità dei sessi;
- sviluppo rurale.
Il documento tratta anche il tema degli attivatori chiave (key enablers) alla base della transizione verso la sostenibilità:
- Istruzione, scienza, tecnologia, ricerca e innovazione e digitalizzazione. L’intelligenza artificiale, ad esempio, può aumentare notevolmente la produttività in molti settori, dall’assistenza sanitaria all’agricoltura.
- Finanza, fissazione dei prezzi, fiscalità e concorrenza. Il piano di investimenti per l’Europa, ad esempio, potrebbe mobilitare una parte delle risorse necessarie a una transizione sostenibile. I sistemi fiscali e i prezzi dovrebbero essere adattati ai reali costi ambientali e sociali della produzione e garantire che prodotti e servizi sostenibili diventino i più convenienti.
- Condotta responsabile, responsabilità sociale delle imprese e nuovi modelli d’impresa. La creazione di imprese socialmente e ambientalmente responsabili potrebbe portare a profitti e a una crescita più sostenibile, nuove opportunità di mercato e di creazione di valore a lungo termine per gli azionisti.
- Commercio aperto e fondato su regole. Promuovendo norme internazionali e standard globali in linea con gli OSS, si potrà contribuire a realizzare un’Europa sostenibile in un mondo sostenibile.
- Governance e coerenza delle politiche a tutti i livelli. Lo stato di diritto, la democrazia e i diritti fondamentali, la pace, la giustizia e istituzioni forti sono le basi per costruire un futuro sostenibile. Tutti gli attori – individui, imprese, società civile e settore pubblico – devono essere coinvolti.
Infine, va rimarcato che l’UE, in quanto progetto di pace di maggior successo nel mondo, ha la necessaria credibilità e dispone delle soluzioni pratiche più avanzate per una crescita sostenibile.
Nel Documento di riflessione: Verso un’Europa sostenibile entro il 2030 sono anche presentati 3 scenari su come raggiungere gli OSS nell’Unione:
- Una strategia generale dell’UE relativa agli OSS per orientare le azioni dell’UE e degli Stati membri, attraverso obiettivi concreti e vincolanti per il 2030.
- Un’integrazione continua degli OSS da parte della Commissione in tutte le rilevanti politiche dell’UE, ma senza imporre misure agli Stati membri, per cui gli OSS continuerebbero a ispirare le decisioni politiche della Commissione, ma non costringerebbero gli Stati membri dell’UE a raggiungere gli impegni collettivi assunti dall’UE.
- Puntare maggiormente sull’azione esterna, consolidando al contempo il principio della sostenibilità a livello UE: considerato che l’UE è già all’avanguardia, il suo nuovo obiettivo potrebbe essere quello di aiutare il resto del mondo a recuperare terreno, perseguendo, al contempo, miglioramenti in ambito interno.
Tali scenari potrebbero non realizzarsi nel modo descritto, ma ciascuno di essi contiene diversi elementi che potrebbero combinarsi per definire le politiche future dell’Unione.